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Dalla BIOGRAFIA di Giuseppe Brioschi ... la nascita del museo

1955 - Il capo negozio SINGER di Monza, in seguito ad acquisto di macchina per cucire per la moglie, offerse a Brioschi la possibilità di divenire commesso viaggiatore per la Singer, il contratto fu stipulato e siglato ai primi di dicembre. Dopo un breve tirocinio avviene il comincio dell'attività lavorativa vera e propria di venditore-meccanico.       

Inizia la concretizzazione ideale del collezionismo, sente germogliare in sé una nuova vita, odora cosa significhi essere e divenire. Pezzi particolari e unici vengono accantonati e di propria tasca pagati: nasce ivi la passione, il desiderio, l'amore aulente pel storia di mani rosse d'aghi temprate che si protrarrà in volontà per tutta la vita. Emmai discussione su cotal scelta verrà indotta.

1960 - vengono accumulati un centinaio di pezzi, sparsi in ogni ove: cantine, casa d'altri famigliari, d'amici e persino nell'intimo sotto letto. Scova una Singer del 1850, la “Prima”, costruita da Isaac Meritt Singer, in una cascina del lodigiano. Recupera due modelli pregiati usati per le calze con rigatura posteriori dell'attrici americane nei anni '30, colle mansioni di fabbricarle e rammendarle.   In cotale periodo la raccolta prosegue non senza difficoltà, dalle economiche alle spaziali, abbattute sempre dall'identità nel sogno di fare ed essere sé stesso. Come un creatore e ancor più realizzatore di sogni egli persevererà nell'eseguirli come comandamenti imposti alla propria natura.

1970 -  Secondo il "val pùse un buteghein che un uoperari fen" inizia una attività in proprio, aprendo e gestendo un negozio di macchine per cucire e altri minuti elettrodomestici che smetterà negli anni a venire per mancanza d'affari. E' in suddette stagioni che rintraccia la prima macchina a zig-zag di fattura americana risalente al 1892 (in Europa giungeranno solamente nei primi anni '30).

1973 - Viene citata la sua volontà di istituire un "Museo della macchina per cucire" nella "Relazione generale di progetto per l'uso della Villa Borromeo d'Adda" (edita dal Comune arcorese).

1986 - Entra in pensione ed è additato (e permane a esserlo) nell'annuario dei collezionisti (unico in Italia).

1990 - Incontra l'eccelso amico Vittorio Ferrario anco lui appassionato di macchine per cucire, una vita alla Pfaff. Ripara e restaura insieme a Brioschi un gran quantitativo di esemplari ferrando seco sempre più l'amicizia. La collezione perpetua fino a giungere alla soglia dei trecento esemplari, tra cui alcune rarità di esemplari americani: per finimenti di muli costruite appositamente dalla Singer per la Prima Guerra Mondiale, per fare asole alle vesti di truppe americane nella Seconda Guerra Mondiale dopo lo sbarco in Sicilia.

2005 -  Istituisce, non senza postriboli e remore inerenti il poco spazio espositivo che i denari possono permettere, il museo in Arcore grazie a quella Volontà ferrea e indistruttibile che negli anni l'ha sempre contraddistinto, ai preziosi contributi in spirito e lavoro dell'amico Vittorio e dell'impegno del figlio Primo, che oggi conta oltre 400 pezzi, più una ventina per l'infanzia, di 85 marche diverse, fra rarità Singer, Pfaff, Necchi, Borletti, ecc.

2018 -  Rimane oggi in Italia, probabilmente, l'unico esempio di museo/collezione in tal guisa.

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